Non penseresti mai di venire a conoscenza di una storia un po’ speciale, seduta dal parrucchiere mentre fai il colore.
Ma e’ quello che è successo ieri pomeriggio alla mamma in corriera.
Un ragazzo giovane, di vent’anni, non so neanche come si chiami, ha il compito di farmi il colore.
Magro, asciutto, sembra uscito ieri da scuola. Ho deciso di soprannominarlo Robinson. E’ emozionato, mi racconta di aver avuto occasione da piccolo di vivere in alcuni posti in giro per il mondo, a causa del lavoro del padre.
Una nota azienda produttrice di aerei per la quale si rendeva necessario girare il mondo, un papà “caposquadra” che si portava con se la famiglia, la moglie insegnante, in ogni posto nuovo trovava impiego insegnando l’italiano, mentre Robinson cercava di adattarsi.
In Ghana ed Eritrea, in Malesia, a Dubai.
Due episodi da brividi raccontati con l’emozione e la vitalità di un ragazzino che ti fanno capire quanto l’infanzia segni tutto il corso della nostra esistenza.
Robinson sente la nostalgia dell’Africa, sarà per il cosiddetto Mal d’Africa, che non dimentica alcune cose.
Un’amicizia con un bambino che viveva poco lontano dall’ambasciata italiana. Parlava solo inglese eppure si capivano, l’amicizia consentiva di capirsi, oltre le barriere della lingua.
Un piccolo amico con cui trascorrere il tempo libero, che viveva poco lontano dal l’ambasciata italiana. Un piccolo amico con una mamma malata e tana voglia di aiutarli. Si sono fatti tutti in quattro nella famiglia di Robinson per aiutarla ma nonostante le cure, l’aiuto fornito, il supporto, questa giovane madre ghanese non ce l’ha fatta.
Parliamo degli anni Novanta, parliamo di un altro millennio. Ma sono sicura che oggi la situazione non sia poi così diversa. Ha gli occhi lucidi, Robinson, mentre ricorda il suo piccolo amico e con amarezza ammette di non aver più nessun contatto. Nonostante i tempi di Facebook e dei vari social network che accorciano le distanze, Robinson sembra non aver modo di rimettersi in contatto con il suo vecchio amico.
E con questa parlantina, snocciola il secondo episodio di questa mezz’ora di pennello e tinta color cioccolato: “non lo dimenticherò mai, mi vengono ancora i brividi”..
Guerra tra Ghana ed Eritrea.
Robinson e la sua famiglia vengono invitati a tornare in patria per la loro incolumità, in Ghana rimane il padre, per lavoro. Una bomba rade al suolo l’ambasciata italiana.
Molti morti e nessuna notizia, per Robinson e sua madre, della sorte toccata al suo papà.
Per due lunghe settimane, non ci sono notizie del padre. Per due lunghe settimane, Robinson piange tutte le sue lacrime nel terrore di aver perso il padre.
…e come nel lieto fine di un film, un bel giorno arriva una jeep militare che riporta a casa il papà dì .Robinson.
Ritorna la gioia, per un padre ancora vivo. Ed eccolo qui di fronte a me, quel figlio troppo piccolo eppure già grande emotivamente, da non poter dimenticare questi momenti.
Per gioco, con un’amica, si ritrova oggi a fare il parrucchiere: lui che è cresciuto masticando pane e conoscenze tecniche aeronautiche, ha scelto di fare tutt’altro e di raccontare a me la sua giovane storia.
E io che pensavo di dovermi annoiare a leggere la solita rivista di gossip per ingannare il tempo, mi ritrovo davanti un piccolo eroe di questa nuova generazione, così grintosa, così vitale.
mi sembra di vederlo questo ragazzo, tenero e bellocome sono i ventenni. chissà perchè sto pensando al Ciccioló ventenne , fra 15 anni… ma non sono pensieri adatti a quest’ora😉
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Si, faceva proprio tenerezza, spavaldo ma ancora così “cucciolo” data la sua giovane età.. Un ragazzo dai buoni sentimenti
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spero che il mio cucciolo diventi così
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Sicuramente 🙂 quanto tempo ha?
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cinque anni 🙂
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