Il Tempo

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Penso spesso che la nascita di mio figlio abbia radicalmente cambiato la mia vita. Non credo di essere l’unica al mondo, Sia chiaro. La gioia di diventare madre, genitore è immensa e inimmaginabile nella mia vita precedente di giovane donna, impegnata in tutta una serie di attività, lavori e hobbies che allora mi appagavano, rendendomi la vita piena.

Ma un figlio e’ un nuovo universo, quando si dice che ti cambia la vita è vero: cambia le tue abitudini, cambia le tue priorità, e’ il centro del tuo mondo, improvvisamente tutto passa in secondo piano e la vita ruota intorno a lui, un po’ perché nel primo anno di vita i ritmi sono incalzanti, dovuti all’allattamento, alla sua crescita, che sarà velocissima, alla dedizione completa notte e giorno, i pianti, le prime coliche, i primi dentini, il pianto unico strumento di comunicazione del suo disagio o di un malessere che, come madri, dobbiamo imparare a decifrare il più in fretta possibile. Notti insonni e giorni pieni, fatti di momenti di grande sorpresa e gioia nel vedere i suoi continui progressi, l’evoluzione, la crescita.

Tutto ciò implica un impegno totale, in completa simbiosi con il nuovo nato che difficilmente lascia spazio ad altre attività, per lo meno fino a quando si decide di rientrare al lavoro dal periodo di maternità, dedicandosi anche alla propria professione, riprendendo in mano ciò che avevamo lasciato, sempre ammesso di ritrovarlo così com’era prima di congedarci dal lavoro. È così accade che per molte mamme, niente è più al proprio posto, molte si ritrovano in ambienti lavorativi completamente cambiati, con persone nuove, che magari le hanno sostituite…insomma probabilmente ogni mamma avrà da raccontare la propria esperienza, sicuramente ognuna diversa dall’altra.

Nel grande sforzo organizzativo, l’impegno di far quadrare tutto – lavoro, orari, esigenze familiari, benessere del proprio figlio, equilibrio della coppia – si spendono tutte le energie che si hanno a disposizione, ritrovandosi il più delle volte risucchiati un po in un vortice che non lascia spazio a nient’altro. Degli spazi personali goduti nella “vita precedente”, neanche l’ombra. E così, anche per le cose banali, ma necessarie, come fare la spesa, comprare l’abbigliamento nuovo per tuo figlio che cresce a vista d’occhio, un paio di scarpe nuove o un vestito per te donna, andare a fare il colore o tagliare i capelli, prendersi cura di se con una brava estetista, diventa complicato: un gioco di incastri per riuscire a trovare il tempo e soprattutto per affidare il pargolo ai nonni o alla tata. Vada per lo shopping necessario per la famiglia o le commissioni di rito con il pargolo al seguito (e le conseguenze che ne derivano, come il manichino che rischia di precipitare dall’alto del podio, giocare a nascondino sotto i vestiti sapientemente appesi ed in bella mostra, il rischio di rompere oggetti fragili come bicchieri o cristalli mentre stai scegliendo qualcosa per la cucina, le corse lungo i corridoi o gli spazi immensi di un centro commerciale, le commesse imbufalite che non vedono l’ora che tu esca dal negozio, sono di solito le più giovani, quelle che ancora non sanno che quando capiterà a loro avranno probabilmente un dejavou…) ma per il taglio o il colore con due ore di posa, immobile su una sedia, beh, no, non ce lo vedo il mio bimbo aspettare ore in tutta tranquillità; e, diciamolo, chi lo vorrebbe, in fondo si tratta di bambini, non di belle statuine…mi preoccuperei di più del contrario, o no?

Se programmare queste attività basilari e’ indispensabile ma anche complicato, pensiamo poi a quanto è più difficile per quelle attività “extra” che ci vogliono impegnate fuori casa ed alle quali non possiamo rinunciare: la riunione serale all’asilo o a scuola, le serata organizzate tra le mamme per i lavoretti di Natale o della scuola: momenti comunque di svago per noi mamme, ma pur sempre un momento da organizzare al meglio, prima di lasciare nostro figlio con il suo papà. Guardiamo centomila volte il cellulare, perché ci aspettiamo che da un momento all’altro arrivi un messaggino, una richiesta di aiuto, che, in realtà quasi mai arriva…perché poi tutto fila liscio come l’olio..

Sembra proprio che nel calendario però non ci sia più spazio per nient’altro. “Ma come? Non sei già stata fuori abbastanza?” Penserà qualcuno…Si è vero, corri di qui, corri di la, già con questi impegni sono super presa, in fondo la mia tinta che scolorisce a vista d’occhio potrei anche farla a casa ( dieci euro e passa la paura)… Ma, in fondo, perché dovrei; non voglio ritrovarmi con i capelli fucsia o azzurri, io proprio non son capace di colorarmi i capelli da sola, vorrei farlo solo in caso strettamente eccezionali, e poi penso, ad ognuno il suo mestiere. Ma sto divagando.

Dov’eravamo rimasti?

Al nostro tempo.

Vediamo.

Crepet ( http://wp.me/p4jcMO-12w) dice che noi mamme dovremmo imparare a ritagliare del tempo per noi, e a pretenderlo, perché così difendendolo insegneremo ai nostri bambini a fare altrettanto quando saranno grandi.

Leggere, suonare il pianoforte, occuparmi dei fiori, fare decoupage, andare in palestra, viaggiare, andare a teatro, andare ad un concerto, andare a vedere un balletto: hobbies, passioni, passatempo, chiamateli come desiderate, ognuno ha i propri, forse non tutti, ma chi li ha desidera praticarli e desidera il tempo per potercisi dedicare.

Quante attività o interessi lasciamo da parte per il bene della nostra famiglia, perché la priorità è’ diventata la nostra famiglia. Alcune cose possiamo farle insieme a loro, per condividere delle emozioni, ma altre sono passioni o momenti solo nostri. Riuscire a fare anche  una sola di quelle attività ci renderebbe probabilmente più appagati. E non abbiamo il coraggio di ritagliare quello spazio vitale che ci fa sentire vive, certo in un modo diverso rispetto al nostro ambito strettamente familiare, forse perché togliere quello spazio alla nostra famiglia ci farebbe sentire in colpa, o quasi. Ma non dovrebbe essere così.

Questa esigenza non la sente probabilmente la mamma che aveva una vita di coppia precedente alla nascita del figlio in cui anche le passioni con il consorte erano in tutto e per tutte le medesime, quindi tutto si faceva rigorosamente insieme, in simbiosi. Per tutte coloro che hanno avuto invece una vita di coppia che contemplava degli spazi vitali a volte anche un po’ “indipendenti”, ritrovare ogni tanto lo spazio per rivivere una propria passione e’ fondamentale.

E poi, un bel giorno, arriva la tua più cara amica che sa che certi “spazi” ti mancano, quella parte di te che, anche se sei “mamma” hai ancora il diritto di far vivere, nonostante il tuo tran tran quotidiano, fatto di mille cose e mille impegni, faccia di tutto per impedirtelo.

E ti fa un regalo.

Si chiama Tempo.

Il suo, perché ti dedica una serata, il tuo, perché sceglie una tua passione e ti incita a ritagliarti questo spazio nella tua lunga e incasinata giornata tipo.

La bella addormentata

Nonostante la stanchezza e quel senso di colpa di aver tolto del tempo (una serata) alla tua famiglia, rivivi un momento di energia pura e di profonda serenità. Riscopri quel senso profondo di amicizia.

Il balletto mi riporta all’infanzia. Mio padre, appassionato di danza, mi portava non appena possibile, a vedere il balletto di Ciaijkovski. D’estate al mare, in occasioni di eventi all’aperto, d’inverno nei teatri di città. D’estate, poi, nei lunghi pomeriggi caldi d’agosto, nella città deserta, noi già tornati dal mare, ricordo che guardavamo nel primo pomeriggio una trasmissione dedicata interamente alla danza, condotta da Vittoria Ottolenghi, un programma in cui il balletto era il protagonista.

Non ho mai fatto danza in vita mia, ma quei corpi leggiadri che volteggiavano sulle punte mi hanno sempre profondamente affascinato.

La bella addormentata

Ritagliare tempo per trascorrere una serata a teatro, con l’Amica di sempre, che ha saputo cogliere quel “non soche”, perdersi con il navigatore in mano tra le vie di Milano, mentre le lancette girano velocemente ed il tempo stringe, lo spettacolo sta per cominciare, cercare parcheggio tra le stradine vicino al teatro, come un ago in un pagliaio, arrivare trafelate e trovarsi di fronte questo:

Teatro degli Arcimboldi

La magia di un teatro come quello degli Arcimboldi è’ grande. La confusione per cercare posto, e l’attesa prima che cominci lo spettacolo. Le luci che si spengono, il vociare che si spegne lentamente, fino al silenzio che avvolge tutto.

Ed inizia lo spettacolo, si apre il sipario, le luci di scena illuminano le scenografie, sul palco i ballerini.

La magia della danza, dei singoli passi, del volteggiar leggiadro e la musica mi riportano nel mondo delle favole e mi fanno rivivere quei momenti d’infanzia.

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Grazie, Amica mia, oltre ad una serata trascorsa insieme, mi hai donato il Tempo.

Tempo (il tuo, il mio, presente e passato)

Emozioni

 

10 commenti Aggiungi il tuo

  1. Laura ha detto:

    Bellissimo post, baci cara, buona domenica, ❤

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  2. vitaincasa ha detto:

    Vedo tante mamme che iniziano a scrivere un blog proprio quando nasce il loro primo bebè… E tante altre che smettono di scrivere il proprio blog nella stessa occasione… Insomma, “diventare” mamma e blogger allo stesso tempo sembra possibile, ma “continuare” ad essere una blogger quando si diventa mamme sembra impossibile. Tu come la vedi?

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    1. La Cri' ha detto:

      La passione e’ la risposta per continuare a scrivere anche quando il tempo non ce lo consente più …per me, questo è il mio angolo di mondo, tutto mio, quando il mio bimbo si addormenta tra le braccia di Morfeo..

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      1. vitaincasa ha detto:

        Che bella risposta! 🙂 Grazie, lascia speranza a chi ama scrivere! 🙂

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      2. La Cri' ha detto:

        Sempre! Mai abbandonare una passione, ci rende speciali 😄 un abbraccio !!

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  3. Raffaella ha detto:

    Tempo
    Comunque vadano le cose lui passa
    E se ne frega se qualcuno è in ritardo
    Puoi chiamarlo bastardo ma intanto è già andato
    E fino adesso niente lo ho mai fermato
    E tuttalpiù forse lo hai misurato
    Con i tuoi orologi di ogni marca e modello
    Ma tanto il tempo resta sempre lui quello
    L’unica cosa che ci è data di fare
    É avere il tempo da poter organizzare
    Sì, da organizzare, da dividere in passi
    Cassa rullante e la mia voce di passi bassi, medi e alti
    Per fare salti, per far ballare il pubblico sugli spalti

    Mi hai fatto venire in mente una delle canzoni del grande lorenzo, un po datata!
    Sacre parole cri, mi rivedo in tutto, ma perché è cosi difficile?????
    Baci e continua a scrivere, sempre bello leggerti.

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    1. La Cri' ha detto:

      Ciao Raffaella! Questa canzone è stupenda e mi sembra di sentirla risuonare nelle orecchie 🎶🎶 tempi moderni, terribilmente frenetici, e noi ne siamo in mezzo. Grazie e’ bello saperti che sei li dietro questo screen del mio cellulare che stai leggendo e provando ciò che provo io ❤️❤️

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  4. newwhitebear ha detto:

    un post veramente splendido per contenuti e per i pensieri espressi. Un figlio cambia la vita in una famiglia. Ci sono altre esigenze e altre priorità. Voler negare questo equivale a considerare un figlio come un oggetto.

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    1. La Cri' ha detto:

      Grazie come sempre !
      È ciò che sento,
      Nel
      Bene e nel … Bene.. 😄😄 😄

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      1. newwhitebear ha detto:

        Si avverte dalla tue parole un amore sincero verso Liam

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